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SOIA si o SOIA no?!

La soia è una pianta della famiglia delle Fabacee presente nella dieta di Paesi orientali che negli ultimi decenni ha conquistato anche le tavole occidentali. Tra i suoi componenti troviamo gli isoflavoni, dei fitoestrogeni, ovvero sostanze naturali dalle proprietà ormonali che si legano ai recettori degli estrogeni. 

Che cosa sono i fitoestrogeni? Si tratta di sostanze di origine vegetale, molecole, che hanno una struttura molto simile agli estrogeni per questo possono comportarsi in modo simile a questi ormoni ma solo per quanto riguarda la loro forma. Gli ormoni per funzionare si legano ad altre molecole (recettori) che creano un complesso e questo incastro provoca una serie di reazioni molto diverse fra loro. 

Il fitoestrogeno si può legare nello stesso modo, ma non è detto che possa stimolare le stesse reazioni: il sito di legame viene occupato dai fitoestrogeni creando un effetto antiestrogenico ovvero un’interferenza al legame con gli estrogeni quando questi ultimi sono troppo abbondanti, mentre quando sono scarsi  l’effetto sarà di tipo estrogenico.

Questo loro ruolo risulta importante perché gli estrogeni, se in eccesso, possono aumentare l’incidenza e la progressione di alcuni tumori, mentre se scarsi causano alle donne i disagi dei sintomi della menopausa e le predispongono per un maggior rischio cardiovascolare e per l’osteoporosi

SOIA E TIROIDE 

La soia inibisce l’assorbimento degli ormoni prodotti dalla tiroide?

un possibile effetto diretto dell’assunzione di soia, e delle sue componenti, potrebbe rendersi manifesto solo in caso di funzione tiroidea compromessa. Nei soggetti in cui la tiroide funziona correttamente non ci sono rischi dal consumo di prodotti a base di soia.

E per i soggetti con ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo è una condizione generalmente trattata con l’assunzione di ormoni tiroidei sintetici. La soia potrebbe interferire la capacità dell’organismo di assorbire tali ormoni. Tuttavia, dicono la Mayo Clinic e la Cleveland Clinic americane, non ci sono sufficienti evidenze tali per cui le persone con ipotiroidismo dovrebbero completamente evitare la soia. Il consiglio che gli esperti danno è quello di limitarne l’assunzione o di consumare prodotti contenenti soia qualche ora dopo aver assunto gli ormoni.

E le donne che soffrono di tiroidite autoimmune di Hashimoto possono mangiare soia? Se la funzione della tiroide è normale – ovvero non è necessaria la terapia ormonale sostitutiva -, sì.

Mentre coloro che assumono farmaci per l’ipotiroidismo come la levotiroxina sodica (in vendita con i nomi commerciali di Eutirox® o Tirosint®) devono porre in atto qualche cautela: la soia infatti può interferire con l’assorbimento di questi medicinali e renderli di conseguenza meno efficaci.

SOIA E MENOPAUSA

La soia e i fitoestrogeni potrebbero dare una mano alle donne in menopausa per ridurre la frequenza di alcuni suoi sintomi tipici come secchezza vaginale e vampate.

Gli studi hanno dimostrato scarsa efficacia, soprattutto a lungo termine, di questo prodotto nel contrastare le vampate e le sudorazioni notturne.

SOIA E OSTEOPOROSI

Gli scienziati hanno selezionato 200 donne nella prima fase della menopausa e per 6 mesi hanno dato loro una dieta ricca di soia. In particolare, a uno dei 2 gruppi hanno aggiunto un supplemento giornaliero di 66 milligrammi di isoflavoni. Chi ha ricevuto questo tipo di dieta ha fatto registrare bassi livelli nel sangue di un marcatore di debolezza delle ossa, suggerendo un ridotto rischio di osteoporosi. Inoltre, queste donne sarebbero meno esposte anche a malattie cardiovascolari rispetto a chi ha mangiato solo la soia.

“Abbiamo scoperto che le proteine di soia e gli isoflavoni sono un’opzione sicura e efficace per migliorare la salute delle ossa durante la prima fase della menopausa – spiega Thozhukat Sathyapalan, autore principale dello studio – L’azione della soia sembra simile a quella dei farmaci contro l’osteoporosi”.

Sono circa 9 milioni le fratture legate alla fragilità ossea che si verificano ogni anno nel mondo. Finora si sapeva che per combatterle servono esercizio fisico, cibi ricchi di vitamina D e l’esposizione al sole. Questo è il primo lavoro che dimostra come anche la soia possa aiutare a prevenire le fratture, spiega la stampa britannica che ha ripreso la ricerca.

“I 66 mg di isoflavoni che abbiamo usato nel nostro lavoro equivalgono a seguire una dieta orientale, che è ricca di piatti a base di soia. Per contro, noi in occidente consumiamo in media dai 2 ai 16 mg di isoflavoni”, continua l’esperto.

L’estratto di soia inibisce anche l’attività degli osteoclasti, le cellule che distruggono l’osso, favorendo, invece, l’azione degli osteoblasti, che lo ricostruiscono.

In più aumenta l’assorbimento intestinale di calcio, ne favorisce la fissazione nell’osso e ne riduce l’eliminazione tramite le urine.

SOIA E COLESTEROLO

Le proteine della soia sono utili per abbassare il colesterolo e, quindi, ridurre il rischio cuore.

È la conclusione cui giunge una vastissima meta-analisi di 47 trial clinici condotti sull’argomento, pubblicata sul Journal of the American Heart Association e diretta da esperti dell’Università di Toronto proprio mentre la Food and Drug Administration statunitense sta decidendo se attribuire a questi prodotti il ‘riconoscimento’ di sostanze salutari e cardioprotettive.

In tutte le sperimentazioni osservate in questa maxi-revisione, il consumo di proteine della soia si associa a riduzione sia del colesterolo totale sia di quello cattivo. È importante notare che per quanto la riduzione del colesterolo conferita dalla soia sia inferiore al 5%, se ad essa aggiungi il consumo di altri cibi di origine vegetale noti per ridurre il colesterolo (da frutta secca a fibre e altre proteine vegetali) ottieni un effetto complessivo notevole, una riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare del 30%

Gli isoflavoni contrastano l’ossidazione del colesterolo “cattivo” (LDL), rallentandone la deposizione sulla parete delle arterie riducendo così il rischio della formazione di placche atero-sclerotiche.

Rispetto agli estrogeni di sintesi, i fitoestrogeni di soia diminuiscono i livelli di colesterolo senza aumentare i triglicerdi o modificare l’epitelio vaginale e delle mammelle.

SOIA E TUMORE AL SENO

Gli studi epidemiologici mostrano che il consumo di alimenti ricchi di queste molecole ha un effetto generalmente protettivo in particolare contro il tumore al seno (il più studiato in rapporto ai fitoestrogeni). Questo effetto è stato studiato con grande attenzione in Cina e in altri paesi asiatici dove il consumo di soia, e quindi di fitoestrogeni, è particolarmente elevato e di certo superiore a quello delle diete occidentali.Non ci sono prove certe del legame tra consumo di fitoestrogeni con il cibo e aumento del rischio di tumori particolarmente sensibili agli ormoni (seno, endometrio, prostata).

Dopo una diagnosi di tumore è importante parlare con il medico dell’eventuale rischio legato al consumo di fitoestrogeni ed è comunque opportuno evitare di assumerne in quantità eccessiva. 

Non esistono attualmente dati che confermino la sicurezza dei fitoestrogeni in donne con tumore al seno a dosi più alte di cento milligrammi al giorno.

A titolo precauzionale, in attesa di studi che chiariscano definitivamente la relazione, è opportuno che le donne con una precedente diagnosi non eccedano con alimenti ricchi di fitoestrogeni e non facciano uso di integratori a base di queste sostanze».

I ricercatori del Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center rispondono a questa domanda in uno studio appena pubblicato su Clinical Cancer Research. La ricerca, condotta su modelli animali (ratto), ha consentito di individuare le modalità attraverso le quali un consumo costante di soia sul lungo periodo migliora l’efficacia del tamoxifene e riduce il rischio di recidiva del tumore della mammella. Lo stesso studio rivela però anche che iniziare a consumare prodotti a base di soia per la prima volta durante il trattamento con tamoxifene riduce l’efficacia di questo farmaco e dunque facilita la comparsa di recidive.

Ad esercitare questo effetto ‘positivo’ o ‘negativo’ sull’outcome del trattamento con tamoxifene  è soprattutto la genisteina, uno degli isoflavoni più attivi della soia.

SOIA E BAMBINI

Parliamo di fasce di età: ci sono indicazioni particolari per i bambini?

No, non ci sono delle controindicazioni particolari per i bambini, ma va fatta una precisazione per i lattanti: così come il latte vaccino anche il latte di soia non è adatto all’allattamento, ci sono dei latti vegetali formulati, specificamente studiati per i bambini che non possono assumere proteine del latte. Sembra ovvio, ma è importante specificarlo molto bene.
Per quanto riguarda i bambini già svezzati, invece, non ci sono particolari controindicazioni, l’alimentazione, ovviamente, deve essere completa e bilanciata, anche per i bambini vegetariani e vegani e non dobbiamo mai essere monotematici con la fonte proteica vegetale, non solo soia, quindi.

DOSE GIORNALIERA

Esistono delle dosi indicate per il consumo di soia per una persona in buona salute?

A livello mondiale la dose consigliata è quella di una porzione al giorno che significa, per esempio, una tazza di latte di soia da 250 ml o uno yogurt di soia, oppure un panetto di tofu da 100g: con un’alimentazione varia e bilanciata non ci sono rischi particolari di sovradosaggi. Per quanto riguarda invece gli integratori di Isoflavoni la dose massima consentita secondo il Ministero della Salute è di 80mg al giorno

Gli studi sull’argomento sono stati numerosi, ma non conclusivi: oggi non è ancora possibile giungere ad affermazioni definitive su alcuni aspetti del rapporto fra fitoestrogeni e salute.La strategia migliore è evitare gli eccessi in un senso o nell’altro: niente paura dei fitoestrogeni, ma tanta consapevolezza e informazione.

https://clincancerres.aacrjournals.org/content/23/3/814

(https://www.endocrine-abstracts.org/ea/0038/ea0038p5.htm)

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23919747

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21958941

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16571087